Villaggio Barona

27 - 28 - 29 MAGGIO 2011

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I LABORATORI PER BAMBINI

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Anche le storie hanno la loro geografia. Le mappe della letteratura sono fitte di ottimi indirizzi e di quartieri poco raccomandabili, di paesaggi spettacolari e di modesti scorci urbani. È un sistema di navigazione in continuo aggiornamento, nel quale non è difficile riconoscere le tracce lasciate dallo scontro con la realtà, anche più spietata. Appartenere al proprio tempo significa infatti attraversarne i luoghi, e in questo i margini hanno un compito da svolgere: indicano zone di crisi, alludono alla possibilità di un passaggio o alla necessità di un ponte. Invocata fin dagli anni Cinquanta dal maestro Carlo Dionisotti, questa consapevolezza geografica appartiene in modo sempre più radicato a quanti praticano oggi, sia pure in forme diverse, la ricerca letteraria. C’è chi compila atlanti minuziosi e chi, più modestamente, si accontenta di abbozzare una personalissima cartina di appartenenze, spostamenti, nomadismi.

“Luoghi, mappe e territorio” è il tema dell’edizione 2011 di “Scrivere sui margini”, il festival delle letterature e della società che trova la propria ragion d’essere nella fedeltà al “posto” in cui è nato e si svolge: il Villaggio Barona, alla periferia sud di Milano. Qui, nell’ultimo fine settimana di maggio, si dà appuntamento una significativa rappresentanza di autori accomunati da una particolare sensibilità per la componente “geografica” della scrittura. Globetrotter come Gabriele Romagnoli, esploratori della tradizione come Eraldo Affinati, ammiratori di cattedrali come Luca Doninelli. E ancora, esordienti d’eccezione come Viola Di Grado, Barbara Di Gregorio e Alessandro Mari, nei cui libri si ritrova, sia pure declinata con sensibilità differenti, la stessa passione per la ricognizione attenta di luoghi e ambientazioni. Senza dimenticare la collocazione estrema, nel tempo e nello spazio, scelta da Alessandro Bertante per il suo romanzo più recente.

Luoghi che non sempre sono segnati sulle mappe, dunque, in un territorio che – fortunatamente – ancora attende di essere scoperto.

 

Alessandro Zaccuri

 



 
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